martedì 10 giugno 2014

Ogopogo Edizioni in IBRIDIFOGLI (alcune foto dell'inaugurazione e un articolo di Marcello Napoli)


















Si è tenuta ieri sera a Palazzo Pinto, sede della Pinacoteca Provinciale di Salerno, l'inaugurazione della mostra IBRIDIFOGLI, uno sguardo d'assieme sul patrimonio di Libri-Opera custoditi nell'archivio-libroteca di Antonio Baglivo. 
In esposizione i lavori di più di cento artisti ed autori italiani e stranieri, selezionati in modo da fornire un ampio campo di osservazione sul fenomeno del libro d'artista e sulla sua multiforme essenza. Il percorso, infatti, consente al visitatore di potersi soffermare su varie tipologie di opera, dal libro in esemplare unico al libro a stampa, passando per edizioni a tiratura limitata e libri oggetto. Molti i media artistici utilizzati per le varie produzioni, a conferma della libertà di approccio degli artisti al concetto di libro: tipografia con caratteri mobili, incisione, pittura, ceramica, disegno, scultura, fotografia, stampa digitale.
Tra gli altri lavori, sono esposte anche alcune plaquette di Ogopogo Edizionidel Pulcinoelefante, delle Edizioni dell'Ombra, Nuove Carte ed Ibridilibri.
La mostra, curata ed allestita da Antonio Baglivo e Vito Pinto, potrà essere visitata fino al 29 Giugno negli orari di apertura della Pinacoteca.
Per i testi introduttivi e ulteriori informazioni, vi invito a visitare il sito dedicato all'archivio IBRIDIFOGLI: 
http://www.ibridifogli.altervista.org
Di seguito alcune foto dell'incontro e l'articolo di presentazione dell'esposizione scritto da Marcello Napoli e apparso su Il Mattino del 6 Giugno.


























































LIBRI D’ARTISTA
di Marcello Napoli

Nella galassia Gutenberg, ovvero nel cosmo affollato dei volumi a stampa, e da qualche tempo anche e-book, c’è uno spazio piccolo, ma significativo dedicato al sistema “libro d’artista”. Si tratta di esercitazioni dove l’arte tipografica si allea con l’estro, con la capacità di comunicare con segni, interpretazioni di immagini, linee, colori, con parole, ma anche con silenzi, con pagine apparentemente mute. Le parole finiscono per assomigliarsi tutte; i libri anche. Non i libri dove la carta, la rilegatura, il carattere tipografico o manoscritto, l’incisione, l’involucro diventano oggetti, a volte in copie uniche. Lo capirono un secolo fa personaggi come Marinetti, Depero, con il suo libro di latta, negli anni Trenta, e poi di seguito Matisse, -inarrivabile il suo volume e disegni “Jazz”, del 1946-, e una teoria d’altri autori, calibri da 90 nel panorama dell’arte contemporanea. “Il gesto sovversivo futurista, che all’inizio del secolo scorso, scompaginò e scompigliò la simmetrica geometria tipografica e le rigide regole della sintassi, aprì di fatto la strada a nuove e più radicali possibilità d’intervento sulla cosa “libro” che, una volta spogliata della sua sacrale funzione di totem culturale, venne assunta dagli artisti come luogo potenziale di azione in cui poter  agire liberamente”, scrive Antonio Baglivo, autore e collezionista.  Ecco perché nel fare artistico appaiono singolari le realizzazioni e interpretazioni del pianeta libro. Carte vergate, stoffe, vetro, metalli, acqueforti, pagine incluse in cartone o pelle; questo e altro tra i ritratti ottocenteschi, ieratici. “Ibridifogli” è il titolo della mostra che aprirà i battenti sabato sera, dalle ore 18,00, alla Pinacoteca Provinciale di Palazzo Pinto, in via Mercanti. Si tratta di una parte dell’archivio di opere di Antonio Baglivo, -oltre 800 testi-, non nuovo a queste vere e proprie imprese di conservazione e comunicazione. Va ricordato che Baglivo conserva tra l’altro una collezione di oltre 200 “dadi d’artista”, più volte esposti in sedi prestigiose, spesso fuori da Salerno. In questa esposizione, curata con Vito Pinto, sono oltre 150 i nomi di artisti, poeti e critici coinvolti e 200 i libri esposti. Uno dei fili conduttori, ma non una conditio sine qua non, non una limitazione, è la carta che si unisce simbolicamente, in alcuni esemplari, con la materia ceramica. Sono decine i volumi esposti; spesso si tratta di opere uniche, come quelle di Ernesto Terlizzi, Nello Ferrigno, Carlo Catuogno, Giovanni Canton, Franco Sortini, Pio Peruzzini o di edizioni numerate, armoniose come quelle di Gaetano Bevilacqua, raffinato facitore delle “Edizioni dell’Ombra”, Cosimo Budetta presente con il suo marchio “Ogopogo”, Ugo Marano, Antonio Petti, Pino Latronico, Alberto Casiraghy e il suo brand editoriale “pulcinoelefante” che è stato tra l’altro la casa di frammenti e poesie dell’indimenticabile Alda Merini. Piccoli tesori impreziositi da testi di autori come Gerardo Pedicini, Franco Loi, Mario Lunetta, Eduardo Sanguineti, Maria Luisa Spaziani e Bruno Munari, Gillo Dorfles, Gianni Rodari, autori, questi ultimi tre, che non hanno disdegnato di realizzare spesso anche gli involucri, sospese sculture, corazze, design, piccoli tesori di grafica. La mostra resterà aperta sino al 29 giugno.     






















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